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martedì 22 aprile 2008

Renato Zero a La Stampa.it: dimostrazione d'affetto


Renato Zero versione stilista (con una sua linea di occhiali) e senza peli sulla lingua. Alle domande «scomode» resiste. Poco. Anche quando si tratta di Loredana Bertè, argomento che dopo il tradimento di lei, in diretta da Chiambretti a Markette, aveva giurato di non toccare mai più. Iniziamo da qui.

La Bertè ha detto testuale: «Renato Zero ... un deficiente. Cattivo? No... lontano». Finita per sempre un’amicizia?
«Quando si fanno questi passi, anche se stai male, in fondo sai quello che fai. Non puoi addolorarmi così, perché allora non hai capito che in tutti questi anni ti ho amata. Ma la responsabile non è lei».

Chi è?
«Chiambretti. Non doveva invitarla sapendo che non stava bene. Si deve rispettare il malessere delle persone. Porgendole la telecamera non poteva non sapere che l’avrebbe usata, ancora una volta, con il risultato di ferire per prima proprio lei, e poi chi l’ha sempre aiutata. Se Chiambretti avesse tenuto un poco a lei non le avrebbe fatto dire quelle cose su Baudo».


E su di lei?
«Ma io sono da sempre il punching ball di Loredana. Quel che ho fatto per lei non l’ho fatto per mia sorella. Semplicemente inizio a pensare che le amicizie che si basano solo sul pronto soccorso non sono amicizie».

Pronto soccorso anche quando si voleva suicidare in un albergo romano.
«Io andai da lei e da lì chiamai Baudo pregandolo di venire. Loredana voleva a tutti i costi andare a Sanremo e vincere il premio della critica, portarsi a casa il trofeo di Mimì. E la cosa che più mi spiace è che se solo avesse voluto oggi Loredana sarebbe ancora prima in classifica».

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Parole profonde quelle di Renato e secondo me colme d'affetto per Loredana...nonostante tutto...